La nascita del game-based learning si fa normalmente risalire agli Stati Uniti degli anni ’70, con la diffusione di The Oregon Trail, un computer game che fu successivamente utilizzato con successo nelle scuole elementari fino al 1995.
Già dagli anni Ottanta, comunque, alcune aziende, istituzioni e designer capiscono il potenziale del gaming associato alla vita quotidiana.
Iniziano, così, a nascere i primi tool con il compito di migliorare il messaggio pubblicitario oppure diffondere l’educazione civile o militare e spingere verso l’integrazione del mondo virtuale verso quello reale.
La nostra vita quotidiana è scandita da numerose azioni, spesso ritenute anche noiose o complicate. Il gioco ci può aiutare a trarre piacere in queste azioni. E qui entra in gioco la gamification o la game – based learning!
Ma quali sono gli obiettivi? È stato testato che l’utilizzo di metodologie ludiche stimola un comportamento attivo; inoltre, i giochi possono aiutare a rendere migliore o più sopportabili quelle esperienze che normalmente non gratificano a sufficienza una persona.
In Timenet, abbiamo voluto testare questa soluzione formativa partendo dal reparto di Consulenza Tecnica.
Molte aziende stanno già applicando questi metodi innovativi con successo, con il risultato di costumer engagement e costumer retantion più efficaci, ma anche all’interno dell’azienda stessa aumentando l’adesione alla mission.
Per mettere a frutto questo progetto, ci siamo avvalsi delle competenze di tre esperti consulenti esterni: Alan Mattiassi, Priel Korenfeld e Alessandro Pretz
Alan Mattiassi, laurato in Psicologia (con lode) e dottore di ricerca in Comunicazione Multimediale, si occupa di ricerca nell’ambito del gioco, del giocare e della gamification da un punto di vista psicologico e neuroscientifico. Attualmente impegnato in progetti europei presso UniMoRE, è stato docente presso UniUd ed è membro del comitato scientifico della “Tavola Esagonale” e dell’ “Archivio Italiano dei Giochi”.
Priel Konrnfeld, è formatore di modellazione di business, prototipazione rapida, specializzato in progetti startup early-stage. Considera le organizzazioni degli algoritmi di collaborazione, e si definisce un Organizational Hacker.
Alessandro Pretz, si occupa di realizzare progetti solidi, coinvolgere clienti e collaboratori, creando impatti sociali e adattando metodi e strumenti ai risultati da raggiungere. Aiuta le imprese a passare dalla fase artigianale a quella industriale senza perdere il proprio DNA.
Persone molto competenti ed interessanti!
I ragazzi del Team sono stati coinvolti in vere e proprie simulazioni di situazioni reali che possono succedere nella quotidiana vita lavorativa. Ognuno alla propria scrivania, seguendo anche le disposizioni di sicurezza anti Covid-19, si collega usando la piattaforma di teleconferenza di Google Meet e partecipando al gioco virtuale.
Questa attività viene svolta in più sessioni e permette, oltre ad incrementare l’efficacia dell’apprendimento, di mettere a disposizione un “ambiente sicuro”, in cui poter provare azioni e attuare decisioni senza il rischio di ripercussioni reali sul lavoro, proprio o degli altri.
💙 Il Team si sente coinvolto anche sotto l’aspetto di gestione criticità e questo può aiutare anche a mettere al meglio in pratica delle scelte che migliorino il lavoro quotidiano.
Dunque cosa potremmo rispondere a chi ci diceva da ragazzi: “questo non è mica un gioco!!”