Nella settimana del Natale pareva appropriato non ammorbare nessuno con tematiche tecniche. Molto più in tema invece parlare di una cosa positiva come la gentilezza.
Non siamo nuovi a uscite come questa ma crediamo davvero molto che possa essere una cosa su cui fondare tutto il resto.
La cena di Natale del 2017 si chiuse con Franco Iorio (Presidente n.d.r.) che lasciava due parole, come fossero armi con cui affrontare quello che sarebbe stato il 2018, gentilezza e formazione.
A metà dell’appena passata cena di Natale, tra il primo e il secondo, Franco e Paolo (Direttore Tecnico n.d.r.) sono passati tra i tavoli con un regalo alquanto inconsueto quanto gradito. Al posto dei soliti dolciumi, panettoni e salamini vari, ci hanno lasciato un libro che titola: “La forza nascosta della gentilezza”, di Cristina Milani.
Non è un libro pesante, né un manuale di business, né tantomeno di marketing. Parla di gentilezza in modo semplice e lineare, racconta un modo di essere e un modo di fare. Piccole buone norme per una convivenza pacifica, corretta e giusta.
La gentilezza viene spesso confusa con la debolezza, la pazienza con la remissività e così via. Vivere gentile invece è sinonimo di apertura, fare quello che dobbiamo fare tenendo conto delle ricadute che le nostre azioni hanno sugli altri.
Ecco che gentilezza non è più accondiscendenza ma comprensione, che una critica diventa un consiglio e che una polemica diventa un’osservazione costruttiva.
Piccole cose che forse non fanno cambiare il contenuto ma la forma gli conferisce un’energia nuova.
Già, la forma.
L’abito non fa il monaco! Io le cose le dico così come sono, mica ci giro intorno! Non ho peli sulla lingua io!
Tutte queste espressioni seguono tutte un grande assunto di base: dico e faccio quello che voglio senza preoccuparmi di come farò sentire gli altri.
Qualcuno direbbe che se la verità fa male non è un problema di chi la espone. Altri direbbero che se posso scegliere tra dire la verità facendo male, e dire la verità non recando danno, scelgo la seconda opzione.
Chi ha ragione?
Se lo scopo di quello che diciamo è dire la verità, tanto vale farlo senza far male a nessuno.
Se invece vogliamo far male, dobbiamo sapere che sarà stata una nostra precisa scelta.
C’è una frase che viene detta in un film, Wonder: se devi scegliere tra essere giusto e essere gentile, sii gentile.
Non so se è a sua volta una citazione ma mi sembra riassuma molto bene il concetto.
Provate a declinare tutto questo in ufficio, sul lavoro. Usare questo approccio aiuta ad affrontare i problemi in modo costruttivo, riduce gli sprechi derivanti dalle polemiche sterili e abbatte il tasso di stress!
Vi pare poco??